Qui Piazza Baharestan

La campagna di demonizzazione dell'Iran è iniziata da tempo.
La propaganda occidentale , attraverso veri e propri terroristi dell'informazione, 'inietta' nell'opinione pubblica, la convinzione che la “nostra libertà” debba essere esportata in ogni dove.
Quale sia questa libertà , non ci è dato saperlo, visto che di tirannia moriamo ogni giorno.
Di seguito, verrà pubblicata una cronologia in continuo aggiornamento, composta da notizie riguardanti l'Iran e non solo. Saranno inclusi anche stati come il Libano, la Siria, la Palestina, Israele e altri ancora che concorrono a formare un quadro completo sullo scenario che si sta proiettando all'orizzonte.
Lo scacchiere internazionale è in continuo fermento e noi, nel ruolo di pedoni, non abbiamo i mezzi per bloccare immediatamente questa corsa al genocidio...ma siamo fermamente convinti che l'informazione renda liberi ed è agli uomini aspiranti liberi che ci rivolgiamo:
Seminate il seme della Verità e presto raccoglierete Libertà.

CRONOLOGIA IRAN                                            Aggiornamento 15 novembre 2011
Alcune notizie recano commenti di Ans Bg o sottolineature parziali di testo.
Molte testate giornalistiche non permettono la riproduzione degli articoli da loro pubblicati , di conseguenza , troverete un sunto della notizia con relativo link . Gli articoli in rosso, fanno parte dell'aggiornamento.


25 giugno 2009 -Italia e Israele-
A Roma, il Consiglio Comunale conferisce all’unanimità la cittadinanza onoraria a Gilad Shalit e viene esposta in piazza del Campidoglio la sua immagine per sostenere la sua liberazione.

Giugno 2009 -Cina-
La China Petroleum firma un contratto da 5 miliardi di dollari per lo sviluppo degli immensi giacimenti di gas naturale della South Pars, società iraniana.

Luglio 2009 -Cina-
Aziende cinesi vengono invitate a partecipare a progetti per quasi 43 miliardi di dollari per la costruzione di 7 raffinerie di petrolio in Iran e di un oleodotto da 2.000 chilometri.

Gennaio 2010 -Cina-
La Cina risulta essere il primo partner economico della Repubblica Islamica dell'Iran, grazie ad acquisti di petrolio e gas naturale per oltre 120 miliardi di dollari. Teheran conta su forniture di macchinari, tecnologie e parti di ricambio cinesi.

11 febbraio 2010 -Iran-
A Teheran, si svolge la cerimonia del 31° anniversario della rivoluzione khomeinista.
Tra i sostenitori presenti in piazza Azadì, ci sono i ribelli dell' “Onda verde” , sostenitori di Moussavi e Kharroubi, che danno luogo a tafferugli e a scontri con la polizia.
Sull'Espresso on line, in un articolo recante la firma di Roberto Di Caro, si scrive che il movimento “Onda Verde” non ha organizzazione ne leader . Nell'articolo si prosegue dicendo che durante gli slogan contro l'America, l'Inghilterra e Israele, gli oppositori del governo iraniano sono rimasti in silenzio. Sparsi per la piazza, nascevano tafferugli tra i presenti. Nelle vie adiacenti è stato attaccato , rimanendo ferito, l'oppositore Kharroubi.
Continua ,Di Caro, dichiarando che trae le sue notizie da twitter e dai blog.
In conclusione, si svela una parte della struttura del movimento sovversivo “Onda Verde”, difatti, tra gli arrestati di questi mesi, troviamo parenti e consiglieri dei candidati Moussavi e Kharroubi.

LA PRESENZA DI KHARROUBI TRA I MANIFESTANTI SMENTISCE LA “NON ORGANIZAZZIONE” DEL GRUPPO SOVVERSIVO 'ONDA VERDE'.
FONTE: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/voci-dalla-piazza-di-teheran/2120885

19 aprile 2011 -Iran e internet-
Il responsabile dell'unità militare iraniana antisabotaggio Gholam Reza Jalali,intervistato dall'agenzia iraniana “Irna”, afferma:
“Siemens dovrebbe spiegare perché e come ha fornito a USA e Israele le informazioni circa il codice del software SCADA che ha portato al cyber-attacco contro di noi”. Nell'intervista, Jalali, sottolinea la gravità dell'accaduto . Stuxnet, questo è il suo nome, è un worm che avrebbe potuto causare danni su larga scala e, persino, perdite umane. Il worm ha bersagliato le centrifughe per l'arricchimento dell'uranio.

Maggio 2010 -Israele e Tnp-
Il consigliere per la stampa di Israele, Nir Hefetz,dichiara che la risoluzione del Tnp “è sbagliata alla base, e intrisa di ipocrisia...ignora la realtà del Medio Oriente e le minacce vere che da esso giungono per il mondo intero. Quella risoluzione si concentra invece su Israele, unico Stato al mondo su cui incomba una minaccia di distruzione. Al contrario l'Iran, che viola pubblicamente il Tnp e dichiara apertamente di voler cancellare Israele dalla faccia della terra, non viene menzionato nella risoluzione...Il problema vero degli armamenti di distruzione di massa in Medio Oriente non ha a che vedere con Israele, ma con quei Paesi che pur avendo sottoscritto il Tnp lo hanno violato con faccia tosta, continuando al tempo stesso a fomentare il terrorismo: l'Iraq di Saddam Hussein, la Libia, la Siria, l'Iran. Ne consegue che la risoluzione del Tnp non solo non favorisce la sicurezza regionale, ma la allontana. Come Paese che non ha aderito al Tnp Israele non è vincolato alle sue decisioni e non gli attribuisce alcuna autorità. Visto il carattere distorto della risoluzione, Israele non prenderà parte alla sua realizzazione”.

26 aprile 2011 -Iran-
Le infrastrutture informatiche iraniane sono vittime di un cyber-attacco conosciuto col nome in codice “Stars”.
L'azienda statunitense di antivirus McAfee afferma di non saperne assolutamente nulla , mentre la finlandese F-Secure crede che sia un semplice “worm” per Windows.

16 luglio 2011 -Cina Iran-
Il vice presidente iraniano, Mohammad Javad Mohammadi-zadeh incontra He Guoqiang, membro permanente dell'Ufficio politico del Comitato Centrale del Partito Comunista cinese,nel 40° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Iran e Cina.
Secondo l'agenzia IRNA , le due parti hanno firmato una serie di accordi per progetti di infrastrutture per un importo di 4 miliardi di dollari nei settori energia, acqua, industria, miniere e ambiente.
La Cina fornirà all'Iran una sessantina di inceneritori con recupero di energetico del valore di 500 milioni di dollari e Pechino aumenterà le importazioni minerarie dall'Iran.
Il vice presidente iraniano Mohammadi-Zadeh al termine dell'incontro, dichiara:
“La Cina e' oramai il primo partner economico dell'Iran; e' previsto che il volume degli scambi commerciali passi da 30 a 100 miliardi di dollari nel prossimo futuro”.

17 luglio 2011 -Attentato Amia-
In una nota ufficiale, l'Iran esprime solidarietà, in vista del 17° anniversario, alle famiglie delle vittime dell'attentato all'Amia di Buenos Aires:
“La Repubblica Islamica dell' Iran e' stata la più grande vittima del terrorismo e condanna qualsiasi attività terroristica in qualsiasi forma e da qualsiasi persona venga attuata”.
Il Ministero degli Esteri iraniano respinge qualsiasi coinvolgimento nell’attentato e annuncia il suo massimo contributo alla lotta contro il terrorismo.
In conclusione, si legge nella nota:
“Il percorso delle indagini da parte del tribunale argentino in più occasioni è stato deviato a causa delle pressioni politiche anti-iraniane. Nonostante ciò , l'Iran e' ancora disposto a collaborare con il governo argentino per chiarire i fatti e trovare i veri responsabili della strage in cui morirono 85 persone”.
Le testimonianze del tempo contro l'Iran provenivano dai componenti dell'organizzazione terroristica anti-iraniana Mujaheddin del Popolo .
Tra le accuse, sussisteva quella di un versamento di 10 milioni di dollari a Carlos Menem (allora presidente argentino) su un conto svizzero, per “invitarlo” ad escludere pubblicamente la responsabilità dello stato iraniano nell'attentato. Nel 2004, si è appurato che nessuna somma è stata deposita a favore di Menem .

2 agosto 2011 -Siria-
In un articolo a firma di Pierre Piccinin, viene riportata la testimonianza sulle manifestazioni in Siria e spiega come i mass media occidentali apprendono le notizie.
La loro fonte si chiama :Osservatorio siriano dei diritti dell’uomo (OSDH) .
Piccinin scrive:
“Io mi sono subito interessato a questo OSDH. Non mi ci è voluto molto per scoprire che, dietro questa sigla all’apparenza onorevole, al pari di associazioni come Amnesty International o la Lega per i diritti dell’uomo, si nasconde una organizzazione politica, con sede a Londra, il cui presidente, Rami Abdel Ramane, oppositore di lunga data del regime baathista, è conosciutissimo in Siria, dove sono noti i rapporti stretti che intrattiene con i Fratelli Mussulmani, di cui sarebbe egli stesso membro”.

5 agosto 2011 -Petrolio-
A Teheran , è firmato lo storico accordo tra Iran, Iraq e Siria sul trasferimento del gas dal maxi-giacimento “South Pars” fino ai confini europei.
A firmare l’accordo di 10 miliardi di dollari , sono i ministri del petrolio dell’Iraq Abdul Kareem Luaiby, il ministro della Siria Sufian Alao ed il ministro ad interim del petrolio dell’Iran ,Mohammad Aliabadi.
Per la realizzazione del progetto sarà firmato un ulteriore accordo tra una società di consulenza internazionale, una società fondata dall’accordo tra Iran, Iraq, Siria e alcune compagnie straniere che investono nel settore energetico.
Secondo l’accordo, il gas iraniano sarà transitato ai paesi europei, compresa la Grecia, attraverso un oleodotto di 5.000 chilometri da Iraq, Siria, Libano e la costa Mediterranea.
L’Iraq ha già detto che ha bisogno di un volume tra i 10 e i 15 milioni di metri cubi di gas dell’Iran e la Siria ne vuole dai 15 ai 20 milioni di metri cubi fino al 2020.
L’Iran, che dopo la Russia e` il secondo maggiore produttore del gas nel mondo, sta cercando di aumentare la sua produzione , aumentando gli investimenti nazionali e stranieri, specialmente nel suo giacimento “South Pars”.

20 agosto 2011 -Iran-
A Teheran, Shane Bauer e Joshua Fattal sono condannati a 8 anni di carcere. Il 31 luglio 2009 furono arrestati per aver attraversato il confine dal Kurdistan iracheno , insieme a Sarah Shourd (liberata successivamente su pagamento di una cauzione di 500mila dollari), durante una escursione. La condanna è stata di tre anni di carcere per essere entrati illegalmente in Iran e di cinque anni per "spionaggio a favore di una agenzia americana".

12 settembre 2011 -Siria-
La Russia pone il suo veto, insieme alla Cina, a maggiori pressioni alla Siria di Bashar al-Assad.
Il presidente russo Dmitry Medvedev afferma che le sanzioni elevate di recente da Usa ed Europa contro la Siria indicano che “in questo momento non sono necessarie altre pressioni in questa direzione”.

12 settembre 2011 -Siria-
A Mosca, il consigliere per i media del presidente siriano Bashar al-Assad, Bouthaina Shaaban, in visita nella capitale russa , dichiara sulle rivolte in Siria:
“Secondo le nostre informazioni, 700 persone sono state uccise dalla parte dell'esercito e della polizia e altre 700 dalla parte dei ribelli”.
Fa da contraltare, l'Alto commissario Onu per i diritti umani Navi Pillay, che , tenendo segrete le sue fonti, afferma che “in riferimento alla Siria, posso dire che il numero delle persone uccise da quando a marzo sono scoppiate le rivolte nel Paese ha raggiunto almeno quota 2.600”.
Prove concrete, al momento, non esistono.

24 settembre 2011 -Propaganda italiana-
Sul Fatto Quotidiano, Luca Telese nel suo articolo, commenta le condanne ricevute dal regista Mojtaba Mirtahmasb e il suo amico Jafar Panahi, oppositori del “regime” iraniano che, attraverso il cinema, cercano di attaccare il governo in carica.
“La libertà oggi in Iran è fantasia”, commenta Telese .
In un passaggio, dove descrive una scena montata nell'ultimo corto girato dai due amici Mirtahmasb e Panahi, il giornalista del Fatto Quotidiano scrive testualmente:
“Una notte, mentre di nuovo si spara, Jafar corre con il suo telefonino alla finestra e riprende. Non si vede nulla. Anzi, apparentemente nulla, solo le luci della notte...noi sappiamo che quei 30 secondi di immagini riprese dall’iPhone sono un’altra sfida al regime”.

28 settembre 2011 -Onu-
Il presidente iraniano , Mahmoud Ahmadinejad, prende parola al palazzo di Vetro dell'Onu.
I delegati di Italia, Stati Uniti, Canada, Nuova Zelanda, Francia, Gran Bretagna, Germania, Paesi Bassi, Lituania, Polonia e Slovacchia escono dalla sala.
Il presidente iraniano esordisce con alcune riflessioni sul monoteismo, sul ruolo storico dei grandi profeti (Noè, Abramo, Mosè, Gesù e Maometto) per la redenzione dell’umanità, sull’importanza delle fede e della spiritualità nelle relazioni internazionali. Duro, invece, il giudizio sull’agnosticismo.
I maggiori pericoli, per l’umanità ,sono le armi di distruzione di massa e il terrorismo, fra cui in particolare il terrorismo di Stato.
Ricorda la figura di Saddam Hussein,il quale, durante la guerra contro l’Iran, fu armato dall’Occidente e impiegò armi chimiche.
Afferma che Al Qaeda nacque dal sostegno degli Usa ad alcuni gruppi della resistenza antisovietica e che l’arsenale nucleare israeliano beneficia della complicità americana.
Descrive le vessazioni subite dai palestinesi nella loro terra. Sostiene che alcuni Paesi cercano d’impedire ad altri il libero accesso alle tecnologie del progresso.
Rivendica il carattere democratico dell’Iran: un Paese in cui, dopo la rivoluzione, “si è votato 27 volte”.
Auspica un maggiore impegno dell’Onu per il disarmo e chiede all’Aiea (Agenzia Internazionale per l’Energia atomica) di promuovere l’applicazione dell’art. IV del Trattato di non proliferazione sul libero accesso dei Paesi firmatari alle tecnologie nucleari.
Sottolinea che l’Iran non vuole armi nucleari, ma che potrebbe, se vi fosse costretto dalle circostanze, riconsiderare la sua politica.
Denuncia il “regime sionista di occupazione”, ma non auspica la distruzione di Israele e non nega la realtà del genocidio ebraico.
Dichiara di essere pronto e negoziare.


Di seguito, alcuni stralci tradotti :
“Non è possibile che una piccola minoranza domini la politica, l'economia e la cultura mondiale” “Il regime del capitalismo sfrenato, che è iniquo in sé...è in un vicolo cieco e non riesce a muoversi. È venuta la fine per coloro che decidono che cosa sono la democrazia e la libertà, e fissano standard che loro stessi sono i primi a violare. Essi non potranno più essere giudici e boia”.
Sul conflitto in Palestina:
“Come è possibile che i crimini commessi dagli occupanti contro donne e bambini indifesi, e la distruzione delle loro case, delle loro fattorie, dei loro ospedali e delle loro scuole, sia sostenuta indiscriminatamente da certi governi che allo stesso tempo sottopongono gli oppressi a un blocco che nega loro i bisogni fondamentali, come il cibo, l'acqua e le medicine, e porta al genocidio?”

Settembre 2011 -Argentina-
Il presidente argentino Cristina Fernandez chiede ufficialmente all'Iran di collaborare alle indagini riguardanti l'attentato avvenuto nel 1994 dove trovarono la morte 85 persone al centro Amia della comunità ebraica di Buenos Aires.

18 ottobre 2011 -Iran-
Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad in un'intervista con la rete televisiva Al Jazeera dichiara che gli Usa vogliono “creare divergenze tra Teheran e Riyadh, per rafforzare il controllo della regione e distogliere l'attenzione dai loro problemi interni...l'esperienza dimostra che simili tentativi non sono mai riusciti e alla fine la verità viene a galla”.
E alla domanda da parte del giornalista di Al Jazeera se vuole presentare denuncia al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il presidente Ahmadinejad risponde:
“Il Consiglio di Sicurezza è nelle mani degli Stati Uniti, e in tutti questi anni che passano dalla Rivoluzione islamica il governo americano ha sempre assunto misure ostile nei confronti del popolo iraniano”.

18 ottobre 2011 -Gilad Shalit-
Gilad Shalit è liberato da Hamas , dopo 5 anni di prigionia. In cambio, Israele libera 477 detenuti, tra cui 27 donne. Una seconda tranche di 550 prigionieri sarà liberata entro due mesi.
Il discorso del Primo Ministro israeliano Binyamin Netanyahu dopo la liberazione :
“Cittadini di Israele, in questo giorno siamo tutti uniti nella gioia e nel dolore.
Due anni e mezzo fa ho assunto di nuovo l’incarico di Primo Ministro. Uno dei compiti principali e più difficili da svolgere che ho trovato sulla mia scrivania, e che ho riposto anche nel mio cuore, è stato quello di portare il nostro soldato rapito, Gilad Shalit, sano e salvo a casa. Oggi la missione è compiuta. Ciò ha implicato una decisione difficile, molto difficile. Davanti a me si poneva la necessità di far tornare a casa chi viene inviato dallo Stato di Israele verso il campo di battaglia. Da soldato e comandante delle Forze di Difesa israeliane sono stato spesso inviato in missioni pericolose. Ma ho sempre saputo che, qualora io o i miei compagni fossimo stati fatti prigionieri, il governo israeliano avrebbe fatto del suo meglio per riportarci a casa; e questo è ciò che ho fatto adesso in qualità di Primo Ministro di Israele. Da leader che invia ogni giorno dei soldati a proteggere i cittadini di Israele, io credo che la “responsabilità reciproca” non sia solo uno slogan, ma che è una delle pietre angolari della nostra esistenza qui. Ma mi si poneva di fronte anche un’altra necessità, quella di ridurre al minimo il pericolo per la sicurezza di Israele. E per questo sono stati posti due requisiti chiari. Il primo: la leadership di Hamas, che comprende dei pluriomicidi, rimarrà in carcere. Il secondo: la stragrande maggioranza dei detenuti rilasciati sarà espulsa o rimarrà al di fuori dei territori di Giudea e Samaria, in modo da impedire loro di essere in grado colpire i nostri cittadini. Per anni Hamas ha fermamente contestato questi requisiti. Ma pochi mesi fa abbiamo ricevuto indicazioni chiare sulla disponibilità a ritirare le sue obiezioni. Per giorni e notti al Cairo è stato condotto un pervicace negoziato con la mediazione del governo egiziano. Siamo rimasti saldi sui nostri principi e, dal momento in cui è stata accolta la maggior parte dei nostri requisiti, ho dovuto prendere una decisione. So bene che il dolore delle famiglie delle vittime del terrorismo è insopportabile. È molto difficile vedere i criminali che hanno ucciso le persone più care a queste famiglie, mentre vengono rilasciati prima di aver scontato a pieno la loro pena. Ma sapevo anche che con le circostanze politiche attuali questo era il miglior accordo che potessimo conseguire, e non vi era alcuna garanzia che le condizioni che hanno consentito il suo conseguimento vi sarebbero state anche in futuro. Allora probabilmente per Gilad non ci sarebbe stato più nulla da fare e, purtroppo, questa è un’eventualità che si è già verificata in passato.
Ho pensato a Gilad e ai cinque anni in cui ha languito in isolamento nelle celle di Hamas. Non volevo che il suo destino fosse come quello di Ron Arad. Ron è stato catturato esattamente 25 anni fa, e non è più ritornato. Mi sono ricordato della nobile Batya Arad, e della sua preoccupazione per il figlio, fino al momento in cui è mancata. Sapevo di portare una gravosa responsabilità. Conoscevo tutte le implicazioni della decisione. In momenti come questi un leader si ritrova da solo e deve prendere una decisione. Ho riflettuto e ho deciso. I Ministri del mio governo hanno sostenuto la decisione a larga maggioranza. E oggi, in questo momento, Gilad torna a casa, dalla sua famiglia, dal suo popolo e al suo paese. Questo è il momento più emozionante. Pochi istanti fa l’ho abbracciato dopo la sua discesa dall'elicottero e l’ho accompagnato dai suoi genitori Aviva e Noam, ai quali ho detto: ho riportato vostro figlio a casa. Ma questa è anche una giornata difficile. Il prezzo pagato, seppur ridotto, è ancora pesante. Voglio precisare: noi continueremo a combattere il terrorismo. E ogni terrorista rilasciato che dovesse tornare a compiere atti terroristici, è responsabile della propria vita. Lo Stato di Israele è differente dai suoi nemici. Qui non celebriamo il rilascio di assassini, non portando sulle spalle coloro che hanno reciso delle vite umane. Al contrario, noi crediamo nella sacralità della vita, noi santifichiamo la vita. Questa è l’antichissima tradizione del nostro popolo, il popolo ebraico. Cittadini di Israele, negli ultimi giorni tutti noi abbiamo visto la coesione tra la gente, così come non si vedeva da tempo. E questa unità è fonte di forza per Israele, nel presente e per il futuro. Oggi tutti noi esultiamo per il ritorno di Gilad a casa, nel nostro libero paese, lo Stato di Israele. Domani celebriamo la vigilia di Simchàt Toràh. Sabato, nelle sinagoghe, assieme al brano settimanale della Genesi, leggeremo anche le parole del profeta Isaia (42,7): “Perché tu … faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre”. In questo giorno io posso dire, a nome di tutti noi cittadini di Israele, nello spirito degli eterni valori del popolo di Israele: “i figli sono tornati nei loro confini” (Geremia 31,17). ‘Am Israel chài! (Il popolo d’Israele vive!)”.

18 ottobre 2011 -Italia e Israele-
L'ambasciatore d'Israele in Italia, Gideon Meir, assieme al Sindaco di Roma Gianni Alemanno e il presidente della Comunità Ebraica di Roma Riccardo Pacifici,festeggiano il rilascio di Gilad Shalit, cittadino onorario di Roma, abbassando l' immagine fatta esporre in piazza Campidoglio , il 25 giugno 2009.

19 ottobre 2011 -Libano e Russia-
A Mosca, per la prima volta, si trova in visita , su richiesta del parlamento russo Duma, una delegazione di Hezbollah.
La delegazione include il capo del blocco parlamentare Mohammad Raad; il presidente della Commissione Parlamentare sui Media e Comunicazione, il deputato Hassan Fadlallah; e il membro della Commissione di Giustizia e Amministrazione, il deputato Nawwar Saheli.

21 ottobre 2011 -Terrorismo-
Ad Ankara, il ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu in una conferenza stampa congiunta tenuta con il ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Salehi , dichiara:
“Il nostro impegno comune a combattere Pkk e Pjak continuerà con forza. Lavoreremo insieme ad un piano di azione congiunto per liquidare completamente la minaccia terroristica”.
Secondo il ministro turco, il Pkk costituisce una vera minaccia per la regione.

28 ottobre 2011 -Siria-
L'opposizione di governo , attraverso il social-network Facebook, chiede ai suoi seguaci di manifestare per richiedere una “No Fly Zone” sul modello di quella adottata in Libia.

28 ottobre 2011 -Siria-
A Homs e Hama , secondo l'Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo con sede nel Regno unito , sono venti i civili uccisi dall'esercito siriano. Tra gli oppositori del regime, si trovano anche diversi soldati disertori.

29 ottobre 2011 -Siria-
A Homs, durante un assalto a due posti di blocco dell'esercito siriano, diciassette ribelli perdono la vita.
La nota dell'Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo con sede nel Regno unito, rende noto che “scontri violenti hanno contrapposto (nella notte) membri dell'esercito del regime siriano e degli uomini armati che sono probabilmente disertori nel quartiere di Bab al Sibaa...Un ufficiale e decine di soldati hanno fatto defezione nella zona. Oltre quaranta persone delle due parti (che si affrontavano) sono morte o sono rimaste ferite e due blindati dell'esercito sono stati distrutti".

1 novembre 2011 -Palestina-
La Palestina viene ammessa a pieno titolo, all'Unesco. 107 voti a favore (tra cui la Francia e la Russia), 14 contrari (Germania , Canada, Olanda, Lettonia, Romania tra gli altri).
L'Italia si astiene. Il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari , spiega che “l'Italia si è attivata per giungere a una posizione coesa e unita dell'Ue, in mancanza della quale abbiamo deciso di astenerci. Riteniamo che non era questo il momento per porre la questione della membership palestinese all'Unesco, in una fase in cui si sta cercando di creare le condizioni ideali per una ripresa del negoziato tra le due parti”.
Israele e Stati uniti reagiscono tagliando i fondi .
Per l'Unesco è un danno economico che supera il 20%. Nel solo mese di novembre, gli Stati uniti avrebbero versato circa 60 milioni.
Il governo di Tel Aviv definisce l'entrata della Palestina nell'Unesco “una tragedia” e congela i due milioni di dollari di versamento.
In seguito ad una riunione straordinaria indetta dal premier Benjamin Netanyahu, il governo israeliano decide l'interruzione della distribuzione del ricavato delle tasse raccolte per conto dell'Anp e l'ampliamento delle colonie a Gerusalemme e in Cisgiordania.
1650 insediamenti saranno realizzati nella parte orientale di Gerusalemme e 350 a Maale Adunim e a Efrat.
Il portavoce dell’Anp, Nabil Abu Rdeineh, dichiara:
“Accelerare la costruzione nelle colonie equivale ad accelerare la distruzione del processo di pace e il congelamento dei fondi palestinesi non è altro che un furto del denaro del popolo palestinese”.
Rivolgendosi a Obama e al Quartetto per il Medio Oriente (Stati Uniti, Russia, Ue ed Onu) chiede “di fare pressioni su Israele per bloccare questa decisione, che avrebbe conseguenze negative per l’intera regione”.
Dal canto suo , il primo ministro Benjamin Netanyahu, difende la legittimità della decisione affermando:
“Stiamo costruendo a Gerusalemme perché nostro diritto e obbligo, non come punizione, ma perché è un diritto fondamentale del nostro popolo costruire nella nostra capitale eterna”.
Il ministro degli Esteri francese Bernard Valero e il sottosegretario agli Esteri italiano Stefania Craxi dichiarano che l'accelerazione alla costruzione di nuovi insediamenti sarà un ostacolo alla pace e alla ripresa dei negoziati.

4 novembre 2011 -Israele-
Il presidente israeliano Shimon Peres, in un'intervista sul Canale 2 della televisione israeliana, dichiara, sul presunto programma nucleare iraniano:
“Le chance per una soluzione diplomatica si stanno affievolendo...l'opzione militare è più vicina”.
Secondo Peres, mancherebbero 6 mesi alla realizzazione della bomba atomica in Iran.
“I servizi di sicurezza di tutti i Paesi comprendono che il tempo stringe e di conseguenza avvertono i rispettivi dirigenti. A quanto pare l'Iran si avvicina alle armi nucleari. Nel tempo che resta dobbiamo esigere dai Paesi al mondo di agire, e dire loro che devono rispettare gli impegni che hanno assunto, e far fronte alle loro responsabilità: sia che si tratti di sanzioni severe sia che si tratti di una operazione militare”.

4 novembre 2011 -Freedom Flottilia 2-
Le due navi Tahrir (canadese) e Saoirse (irlandese), appartenenti a Freedom Flottilia 2 , sono attaccate dall'Idf (esercito israeliano) in acque internazionali. Prima dell'attacco , la Marina israeliana via radio, ha burocraticamente chiesto l'identificazione alle due imbarcazioni.
La risposta è stata:
“La coscienza dell'umanità”.

5 novembre 2011 -Sulla Palestina nell'Unesco-
Il redattore del quotidiano L’Opinione, Stefano Magni, in un articolo dal titolo “Il falso d’autore (Palestina) che si fa capolavoro entrando all’Unesco” definisce il voto favorevole dell'assemblea dell'Unesco sull'entrata della Palestina , come un atto di intolleranza verso il popolo ebraico .
Fonte: http://www.libertiamo.it/2011/11/05/il-falso-dautore-palestina-che-si-fa-capolavoro-entrando-allunesco/

5 novembre 2011 -Freedom Flottilia 2-
A Nabi Saleh (Palestina), giovani palestinesi si scontrano con l'esercito di occupazione israeliano per protesta contro l'abbordaggio e il sequestro delle due navi di Freedom Flottilia 2.

6 novembre 2011 -Proteste contro Israele-
A Boston, un gruppo di pacifisti occupano 'simbolicamente' il consolato israeliano. La protesta nasce in risposta all'attacco e al sequestro delle due navi di Freedom Flottilia 2 , Tahrir (canadese) e Saoirse (irlandese), da parte della Marina israeliana.

6 novembre 2011 -Freedom Flottilia 2-
A Belfast (Irlanda del Nord), si svolgono manifestazioni per richiedere la liberazione di tutti gli attivisti di Freedom Flottilia 2 ancora in stato di fermo. Anche il Sinn Fein appoggia tali manifestazioni. Il suo leader, Gerry Adams, si sta impegnando in prima persona per la liberazione degli attivisti .
Manifestazioni avvengono anche nel resto dell'Irlanda e del Canada.

6 novembre 2011 -L'Iran e il nucleare-
A nord d'Israele, durante una visita ad un villaggio, il presidente israeliano Shimon Peres, afferma:
“L'Iran è il principale pericolo, sia per Israele che per il mondo intero".
Il ministro israeliano della Difesa Ehud Barak, intervistato dalla Bbc, aggiunge a quanto detto da Peres:
“ Israele è il Paese più forte nel raggio di migliaia di chilometri attorno a Gerusalemme e vogliamo continuare ad esserlo”.
Negli ultimi giorni, secondo la rete televisiva Fox News, l'opzione di un intervento militare in Iran da parte di Israele è appoggiata dall'intera maggioranza di governo. Chi era contrario , è tornato sui suoi passi dopo aver ricevuto gli ultimi aggiornamenti riguardanti i progressi compiuti dalla Repubblica islamica .
Sul possibile attacco , intervengono gli Stati uniti che , in una nota, affermano:
“Israele deve andare avanti con i suoi piani di attacco, mentre Washington rafforzerà la strategia diplomatica”.
Secondo il quotidiano israeliano “Haaretz”, riprendendo fonti diplomatiche austriache, è nella base militare di Parchin, a 30 chilometri da Teheran, il programma per lo sviluppo di armi nucleari sta progredendo. La base è dotata di centinaia di strutture, fra cui bunker e tunnel fortificati per test esplosivi.
Il rapporto dell'Aiea, atteso in questi giorni, conterrà un'appendice di 12 pagine con documenti e foto via satellite .
Il rapporto , secondo fonti non ufficiali, conterrà dettagli sui progressi iraniani nell'arricchimento dell'uranio nella base di Natanz, e di nuove centrifughe per l'arricchimento dell'uranio in un impianto sotterraneo nei pressi di Qom.

7 novembre 2011 -Internet e pirateria-
Secondo il gruppo Adnkronos, l' Esercito Elettronico Siriano (Syrian Electronic Army - Sea), hacker filogovernativi, hanno “attaccato” il sito web e la pagina facebook dell'agenzia di stampa. Precedentemente, a finire nel mirino degli hacker, sarebbero state le pagine pubbliche del presidente degli Stati Uniti Obama e di quello francese Sarkozy.

8 novembre 2011 -Iran-
Il presidente della Repubblica islamica dell'Iran, Mahmoud Ahmadinejad, intervistato dalla tv di Stato, dichiara:
“Gli Stati Uniti che hanno 5.000 bombe atomiche ci accusano con impudenza di fabbricare l'arma atomica, ma devono sapere che se vogliamo tagliare la mano che hanno allungato sul mondo non abbiamo bisogno della bomba atomica”.

8 novembre 2011 -Israele e Iran-
Il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, in una intervista a Radio Israele, ripresa dal sito web del Jerusalem Post afferma che “Israele è uno Stato sovrano” e non necessario il via libera degli Stati uniti per un attacco all'Iran.
Ehud Barak, sempre nell'intervista, si dice scettico sulla volontà della comunità internazionale di fermare il programma nucleare iraniano.
Concludendo, dichiara:
“Non ci saranno 500.000 morti, ma neanche 5.000 0 500”.

9 novembre 2011 -Iraq-
In Iraq, il vice presidente iracheno Khudier Al Khuzae, in un'intervista rilasciata all'agenzia di stampa locale “Voci dell'Iraq”, svela il tentativo di colpo di Stato organizzato da membri dell'ex partito Baath, sostenuti dall'ex leader libico Muammar Gheddafi.
Il piano includeva l'assassinio del primo ministro Nuri al-Maliki e di diversi leader politici e militari, una serie di esplosioni di autobomba guidate da kamikaze a Baghdad, nella cosiddetta “Zona verde” ,dove sono situate le sedi delle principali istituzioni, accompagnata dalle uccisioni di diversi leader politici e militari.
Il portavoce di “Al-Iraqiya”, gruppo guidato dall'ex primo ministro Iyyad Allawi, invita l'attuale primo ministro al-Maliki a fornire i particolari e i nominativi dei presunti organizzatori “perché altrimenti potrebbe essere accusato di volere manipolare l'opinione pubblica nazionale”.

10 novembre 2011 -Israele e Iran-
In Iran, durante la cerimonia di giuramento degli ufficiali dell’esercito, l’Ayatollah Ali Khamenei,
dichiara:
“La Nazione iraniana risponderà a qualsiasi aggressione o minaccia in un modo che li farà implodere.”
L'attacco israeliano, secondo fonti degli 007 britannici, potrebbe avvenire a Natale.
Il governo iraniano accusa l'Aiea di aver redatto un rapporto “politico”, non basato sulla realtà. Anche Cina e Russia sono dello stesso parere.
Il Ministro degli Esteri britannico, William Hague, intervenuto sugli ultimi avvenimenti, afferma :
“Stiamo discutendo su come aumentare la pressione, forse anche con ulteriori misure unilaterali se l’Iran verrà meno alle proprie responsabilità”.

10 novembre 2011 -Israele-
In occasione di una cerimonia commemorativa di Yitzhak Rabin , il presidente d’Israele, Shimon Peres, si rivolge alla leadership palestinese:
“La pace non passerà dall’Onu perché l'Onu non può garantire l'indipendenza dei palestinesi né la sicurezza di Israele”.